Bilancio Squadre 2024: EF Education – EasyPost

La EF Education-EasyPost ha trovato la sua dimensione. Fra corridori esperti e ancora molto redditizi e giovani decisamente promettenti, la squadra statunitense è riuscita a ritagliarsi il suo spazio comodo nel gruppo di “centro-classifica”, mettendosi al riparo da sorprese relative a un’eventuale retrocessione alla fine del triennio in corso. Le vittorie sono state 24, di cui quattro a livello WorldTour, e complessivamente la formazione in rosa (quando non ha dovuto cambiare maglia) si è fatta notare con continuità e con discreto profitto sui terreni più congeniali ai suoi corridori di punta, ovvero le salite e le corse di un giorno impegnative dal punto di vista altimetrico. Da vedere ora se i tanti giovani in organico riusciranno a maturare definitivamente, per non far sentire la mancanza di alcuni “grandi vecchi” che, per un motivo o per un altro, stanno prendendo strade diverse.

TOP

Grande protagonista della stagione della formazione statunitense è stato sicuramente Richard Carapaz, capace di conquistare quattro successi e diversi altri risultati prestigiosi che confermano il suo ruolo di faro del team. Se la prima metà dell’anno lo vede faticare un po’ e ottenere, quale risultato più importante, una vittoria di tappa al Giro di Romandia, l’ecuadoriano dà il meglio di sé nelle sue corse, i Grandi Giri, mettendosi in evidenza sia al Tour de France che alla Vuelta a España. In Francia veste per la prima volta in carriera la Maglia Gialla al termine della terza frazione e, pur perdendola già il giorno dopo assieme a qualsiasi velleità di fare alta classifica, è poi protagonista di una seconda parte di gara sempre all’attacco, che lo vede andare a segno a Superdévoluy, portare a casa la Maglia a Pois e il premio di SuperCombattivo. In Spagna, invece, si ritrova come uomo di classifica, restando sempre nelle parti alte e concludendo al quarto posto, a meno di un minuto dal podio finale.

Quattro vittorie le ha ottenute anche Alberto Bettiol, autore forse della sua miglior stagione in carriera. Il toscano è protagonista sin dalle prime gare con alcuni buoni piazzamenti e la vittoria della Milano-Torino dopo un assolo di 30 chilometri, preludio a una campagna delle classiche che lo vede cogliere il quinto posto alla Milano-Sanremo e il nono al Giro delle Fiandre, dove viene ripreso nelle ultime centinaia di metri e non riesce così per poco a salire sul podio. Anche fine maggio e il mese di giugno sono molto positivi grazie ai successi alla Boucles de la Mayenne (tappa e classifica finale), i piazzamenti in Svizzera e, soprattutto, la conquista del titolo italiano sulle strade di casa, ma in seguito arriva un po’ spento al Tour de France, dove deve anche ritirarsi, e, in generale, alla seconda parte di stagione, che però completa con una maglia diversa visto che a metà agosto si trasferisce all’Astana.

Come i due corridori sopracitati, anche Marijn Van Den Berg è andato a segno in quattro occasioni in questa annata, ma anche il 25enne neerlandese si è messo in evidenza prevalentemente nella prima parte dell’anno. In quel periodo, infatti, sono arrivati diversi piazzamenti, una vittoria nella Volta a Catalunya dominata da Tadej Pogacar e tre successi (due tappe e classifica finale) al Région Pays de la Loire Tour, ma è sicuramente da sottolineare anche l’undicesimo posto ottenuto in una corsa impegnativa come l’Amstel Gold Race, risultato che ne evidenzia qualità che vanno oltre quelle di un velocista resistente. Dopo la primavera, al suo primo Tour de France entra solo una volta in top-10 con un quinto posto a Colombey-les-Deux-Eglises, e torna a sfiorare il successo solo nel suo ultimo giorno di gara, nell’ultima tappa del Tour of Guangxi, ma nel complesso la sua annata si può considerare positiva.

Sicuramente buona è stata anche la stagione di Georg Steinhauser, in particolare a maggio, quando è stato grande protagonista al Giro d’Italia. Alla Corsa Rosa, infatti, il 23enne ha colto il suo primo successo tra i professionisti conquistando la tappa con arrivo al Passo Brocon al termine di una fuga da lontano, cui si aggiungono due terzi posti di giornata dopo altrettante fughe. Il corridore tedesco ha poi mostrato di avere un buon feeling con le strade italiane cogliendo alcuni piazzamenti nelle classiche nostrane di fine estate-inizio autunno e, nonostante non siano arrivati altri risultati di rilievo durante l’anno, ha dimostrato di possedere un potenziale importante, che in futuro potrebbe permettergli di brillare anche in altri terreni oltre la salita.

Altri due giovani dal futuro luminoso che si sono messi in evidenza quest’anno sono stati Archie Ryan e Lukas Nerurkar, entrambi alla loro prima stagione tra i professionisti. Il 23enne irlandese, che arrivava da un 2023 complicato per via di un lungo infortunio, ha lasciato il segno in una tappa della Settimana Coppi e Bartali (chiusa poi al secondo posto), è salito altre due volte sul podio e, complessivamente, ha colto 12 top-10, dimostrandosi abile sia nelle brevi gare a tappe che nelle corse di un giorno, dove nel finale di stagione ha sfiorato la top-20 in un Mondiale duro come quello di Zurigo, l’ha centrata a Il Lombardia ed è stato anche nono al Giro dell’Emilia. Il 21enne britannico, invece, non ha trovato la vittoria, ma anche per lui non sono mancati i risultati importanti (ben 14, infatti, le top-10, sette delle quali sono anche podi), come la quarta piazza al GP di Francoforte e i due terzi posti a Giro del Delfinato e Giro di Polonia, tutte corse WorldTour.

Tra coloro che hanno avuto una stagione positiva possiamo inserire anche Neilson Powless, sebbene lo statunitense abbia avuto a che fare con alcuni problemi al ginocchio che lo hanno afflitto nella prima parte di stagione e lo hanno costretto a saltare tutta la campagna delle classiche. Il 28enne ha faticato anche al rientro e, nonostante alcune fughe da lontano, non è stato particolarmente brillante al Tour de France, ma proprio dopo la Grande Boucle è riuscito a trovare il giusto colpo di pedale e sono arrivate le top-10 in corse importanti come Clasica San Sebastian, GP de Quebéc, Coppa Bernocchi e Il Lombardia, oltre alle vittorie a Gran Piemonte (dopo 42 chilometri in solitaria) e Japan Cup, a testimonianza di un talento che solo i problemi fisici di inizio anno hanno frenato. Molto lieto è stato poi il ritorno ad alti livelli di Michael Valgren: il danese ha passato brutti momenti e ha rischiato di non poter nemmeno tornare all’attività ciclistica, ma la squadra gli ha dato fiducia e lui è riuscito a far rivedere lampi dell’ottimo corridore che è stato, chiudendo tre volte nei migliori 10 di giornata al Giro d’Italia (una volta secondo) e tornando a respirare aria di prime posizioni anche nelle Classiche del Nord.

+++ Richard Carapaz
++ Alberto Bettiol
+ Georg Steinhauser

FLOP

Una delle principali delusioni della stagione della formazione statunitense è stato sicuramente Hugh Carthy. Dopo un discreto 2023, il terzo classificato della Vuelta a España 2020 ha vissuto un 2024 decisamente negativo, durante il quale, senza spiegazioni o comunicazioni di un qualsivoglia infortunio, non ha partecipato a nessun Grande Giro nonostante avesse in programma di fare il Giro d’Italia. Per il resto, lo scalatore britannico ha partecipato a diverse brevi gare a tappe, cogliendo l’unico piazzamento degno di nota della sua annata nella prima di queste, la O Gran Camiño, dove ha chiuso al terzo posto la frazione finale e al sesto in classifica generale.

Ha invece preso parte a due GT l’ecuadoriano Jefferson Alexander Cepeda, che tuttavia non è riuscito a mettersi in evidenza né al Giro né alla Vuelta a España, così come in buona parte delle corse affrontate. Unico sussulto del 26enne è stato il successo ottenuto nella seconda tappa del Tour de l’Ain, che gli ha permesso di portarsi a casa anche la classifica finale, tuttavia è decisamente troppo poco per un corridore che faceva ben promettere ai tempi dell’Androni Giocattoli. Ci si poteva aspettare qualcosa in più anche da Simon Carr, che in ogni caso è riuscito a cogliere due bei successi, attaccando da lontano, al Trofeo Calvià e in una tappa del Tour of the Alps, ma che in seguito non è più stato in grado di fare risultati, anche se a riguardo potrebbe aver influito il problema al ginocchio che lo ha costretto al ritiro dal Giro d’Italia dopo tre tappe.

Prosegue poi la parabola discendente di Esteban Chaves, che a parte un terzo posto nella frazione inaugurale del Tour of the Alps e un altro paio di top-10, si è visto molto poco durante la stagione, confermando il calo registrato nelle ultime annate. Poco da segnalare anche riguardo a Stefan De Bod, vicino al successo solo in una tappa del Tour de Langkawi di fine anno, James Shaw, che invece nelle scorse due stagioni era riuscito a mettersi in evidenza in qualche occasione, e Rui Costa, arrivato in squadra con il morale alto dopo un fantastico 2023, ma sul quale tuttavia pesa sicuramente l’infortunio patito a inizio stagione e che l’ha tenuto lontano dalle corse per quattro mesi. In ogni caso, l’ex campione del mondo è riuscito almeno ad alzare le braccia al cielo in un’occasione conquistato il titolo nazionale portoghese.

Non sono riusciti a ottenere particolari risultati, soprattutto nelle classiche del Nord, neppure Owain Doull, Jonas Rutsch e il neo arrivato Harry Sweeny, così come ha faticato Stefan Bissegger, che quest’anno non è stato in grado di lasciare il segno neppure nella sua disciplina d’elezione, la cronometro, dove ha comunque ottenuto diversi piazzamenti, ma senza mai avvicinarsi davvero alla vittoria. Successo che ormai manca da tre anni a Mikkel Honoré, che dopo un 2021 di ottimo livello non è più riuscito a trovare risultati importanti. Miglior piazzamento stagionale del 27enne danese è un nono posto finale al Giro di Polonia, troppo poco per un corridore con le sue qualità.

Non è stato da ricordare l’ultimo anno di carriera di Andrey Amador, che ha corso nelle retrovie le poche gare affrontate prima di dover fare i conti con un durissimo incidente in allenamento (investito da un’automobile) che lo ha indotto definitivamente al ritiro. Più tranquillo il finale di carriera di Rigoberto Úran, che si è di fatto concesso una sorta di “ultimo ballo”, che non gli ha però portato risultati di spicco. Ha invece ancora tutta la carriera davanti invece il 19enne Markel Beloki, che ha accumulato preziosa esperienza, anche se, dal punto di vista del “fatturato”, non ha raccolto granché. Qualcosa in più ha fatto lo statunitense Sean Quinn, anche campione nazionale in linea, il quale però non è riuscito a tenere fede alle aspettative di crescita che gravitavano intorno a lui dopo il suo buon 2023. Poco si è visto anche il giovane giapponese Yuhi Todome e ancor meno si sono notati il neerlandese Jardi Christian van der Lee e il britannico Jack Rooktin-Gray, al primo anno da pro’ e ancora alle prese con la loro formazione agonistica.

Discorso a parte merita poi Ben Healy, corridore che sicuramente non ha mancato di mettersi in evidenza in più occasioni, ma che rispetto allo scorso anno ha ottenuto risultati inferiori, conquistando un solo successo (l’ultima tappa del Giro di Slovenia) a fronte dei cinque del 2023. Il 24enne irlandese ha avuto un buon inizio di stagione, ma ha clamorosamente toppato il suo primo obiettivo stagionale, le classiche delle Ardenne, gare delle quali era stato la rivelazione un anno fa, ma che in questo 2024 lo hanno sempre visto lontano dai primi e mai nel vivo dell’azione. Dopo la già citata vittoria in Slovenia, il classe 2000 ha poi partecipato al suo primo Tour de France, dove è stato protagonista di numerosi attacchi da lontano, sbagliando però quasi sempre le tempistiche e non riuscendo quindi a ottenere particolari risultati se non il quinto posto nella tappa degli sterrati di Troyes. Un problema, questo, evidenziato anche nelle prove in linea di Giochi Olimpici e Mondiali, dove sono arrivati due bei piazzamenti nella top-10 che, tuttavia, avrebbero potuto essere anche migliori con una diversa distribuzione delle energie e una migliore scelta dei tempi degli attacchi. Dettagli che, se riuscisse a mettere a punto, potrebbero consentirgli di togliersi delle belle soddisfazioni in futuro.

Altro discorso a parte è quello legato ad Andrea Piccolo, che si era messo in evidenza nelle prime uscite stagionali ma che ha visto la sua stagione, e probabilmente la sua carriera, interrompersi bruscamente a causa di un’indagine antidoping che lo ha coinvolto.

– Ben Healy
— Jefferson Cepeda
— Hugh Carthy

Classifica UCI

La EF Education-EasyPost ha chiuso il 2024 al dodicesimo posto della classifica mondiale, con un bottino di punti (11594,95) praticamente identico a quello del 2023 (11818,69). Rispetto all’anno scorso la squadra statunitense è scesa di una posizione, ma quel che è più importante è che il raccolto del biennio la lascia decisamente al riparo da angosce relative alla “salvezza” nel WorldTour. Di seguito i 20 corridori che hanno raccolto punti nell’arco del calendario 2024.

CORRIDORE Nazione Punti
CARAPAZ Richard ECU 2404
BETTIOL Alberto ITA 1434
POWLESS Neilson USA 1154,33
HEALY Ben IRL 976
VAN DEN BERG Marijn NED 876
STEINHAUSER Georg GER 597
RYAN Archie IRL 586
BISSEGGER Stefan SUI 544,79
NERURKAR Lucas GBR 483
VALGREN Michael DEN 463,29
HONORÉ Mikkel DEN 349,67
RAFFERTY Darren IRL 319
COSTA Rui POR 268
CEPEDA Jefferson ECU 246
CHAVES Esteban COL 196
RUTSCH Jonas GER 155,29
CARR Simon GBR 154
DOULL Owain GBR 142,29
QUINN Sean USA 136
SWEENY Harrison AUS 110,29

Miglior Momento

L’ultima settimana di Tour de France di Richard Carapaz è stata tutta da incorniciare, ma il picco di soddisfazione l’ecuadoriano lo ha raggiunto in occasione della numero 17, con arrivo a Superdévoluy. Il campione olimpico di Tokyo 2021 ha dimostrato di aver ritrovato una condizione da scalatore di livello mondiale, riuscendo a staccare prima e a tenere lontani poi tutti i componenti di un maxi-gruppo di fuggitivi, fra cui corridori del calibro di Simon Yates ed Enric Mas. In quel momento, Carapaz ha gettato le basi anche per un altro momento importante della stagione, sua e della squadra, quello del podio finale del Tour, grazie al successo nella classifica dei Gran premi della Montagna.

Bilancio Ef Education - EasyPost 2024

Volate - 5.9
Classiche - 6.8
Grandi Giri - 7.7

6.8

È stata una stagione più che buona, date le aspettative e data anche la differenza di "fondi" rispetto alle formazioni più importanti del gruppo. Dopo i problemi degli anni passati Richard Carapaz è tornato a essere un corridore di riferimento, mentre Alberto Bettiol (finché è stato in squadra) e Neilson Powless, in momenti diversi dell'anno, sono stati risorse redditizie nel panorama delle corse di un giorno. I tanti giovani, in organico, inoltre hanno mostrato segnali molto confortanti in vista del futuro, soprattutto per quel che riguarda i percorsi mossi e le brevi corse a tappe.

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